Il filo dei ricordi ripercorre concerti, dischi e festival che in quei anni si susseguirono numerosi non solo in Italia ma anche all’estero. Difficile poter analizzare il movimento Neo Folk in un articolo di giornale, una propria analisi meriterebbe certamente una trattazione molto più ampia che vada ad analizzare non solo la genesi ma anche i successivi sviluppi e l’eredità attuale. In questa seconda, ed ultima parte, mi propongo di riprendere la narrazione degli eventi e degli album che caratterizzarono il primo decennio degli anni 2000 e che a rigor di analisi chiameremo: “seconda ondata neo folk”.
Prima di addentrarci nella specificità della scena Italiana di quegli anni, vorrei sottolineare altri progetti che tra martial e neo folk solcarono le scene europee al di fuori dei nostri confini. In Francia I-C-K (1997), Dernière Volonté (1999), His Divine Grace (1999) e Tribe of Circle (2000), il maestoso ed imponente Gae Bolg (2006), già collaboratore di Sol Invictus, oltre ai ben più noti Les Joyaux del la Princesse che iniziarono molto prima. Nella penisola Iberica i portoghesi Sangre Cavallum (1998) Karnnos (1999) e i più noti O Paradis (2001). In Austria gli Sturmpecht (2004) oltre ai sempre presenti Allerselen. In Germania oltre ai sempre citati ed omaggiati Forseti ed Orplid, è obbligatorio ricordare altri progetti validissimi ed altrattanto interessanti come: Dies Natalis (1999), Darkwood (1999), Belborn (2000), Leger Des Heils (2000) SonneHagal (2002) Elli Riehl (2004). Eccellenti e drammaticamente intensi i greci Daemonia Nymphe (2002) e i Decadence (1996!). Ad est abbiamo singoli episodi come Cawatana (2000) e Scivias (2001) in Ungheria ed interessanti e longevi artisti come Lucisferrato (1996) e Reutoff (1998) in San Pietroburgo. Tra i progetti Scandinavi, oltre ai presenzialisti, Of The Wand And the Moon (1998) e DieWeisse Rose (2009), vale la pena, tra i più significativi ricordare gli Ordo Rosarius Equilibrium (2000), già attivi negli anni precedenti come Ordo Equilibrio sempre su Cold Meat. Ultimi, non certo per demerito, gli inglesi Naevus (1998) e il progetto di Jérôme Reuter, Rome (2005).
Da questa lista, sicuramente incompleta, si può chiaramente capire come l’intero fenomeno Neo Folk non fosse affare esclusivo di una manciata di band teutoniche e qualche prode avventuriero italiano. La nascita del Neo Folk fu subito osteggiata e marchiata a livello politico da diversi movimenti antagonisti come l’Antifa. Boicottaggi, allarmi bomba, pestaggi, attacchi a comuni spettatori e bands, anticipavano o chiudevano i concerti di molti gruppi meno famosi ma soprattutto di quelli come Death in June, DerBlutharsch o Kirlian Camera. Qualcuno ricorderà l’esibizione di Douglas P. nel 2000 al Wave Gothic Treffen salutata da un razzo fumogeno sparato nella sua direzione…cose da ragazzi, si capisce. Sono anche gli anni dei festival più importanti della scena, in primis dell’Hauruck! Festival che avrà luogo nel 2002 e 2004. Il concerto del Vittoriale del 2005 fu il primo tentativo di organizzare un festival Neofolk in Italia. Come molti sanno il concerto venne annullato dall’Ente che gestiva il Vittoriale a causa dell’articolo sul “Nazi Rock” pubblicato in prima pagina il giorno stesso sul Corriere della Sera. Un onore del quale si possono fregiare ben poche bands nella storia della musica, noi, Elvis e i Rolling Stones ad Altamont. Il Vittoriale aveva già ospitato bands identitarie come Skoll e non sembrava esserci stato mai un problema politico a riguardo. Quale segnale politico allarmante possa poi decretare un concerto di Der Blutharsch rimane un fatto a noi del tutto incomprensibile. Il concerto poi fu mirabilmente eseguito in versione totalmente acustica nella sala dell’Hotel dove bands, promoters ed amici alloggiavano. Fu un momento emozionante per tutto quello subito e per tutti gli astanti. Il video “Fuoco!” di Varunna, cantato a squarciagola dal pubblico, dimostra pienamente che la cornice del Vittoriale, si, era un evento nell’evento, ma il vero cuore pulsante del Neo Folk era nella musica non nel contesto. Per chi volesse leggere un bel report segnalo l’articolo di Aldo Chimenti su Occidental Congress qui. Nonostante un’apparente morte, il Neofolk in Germania continua invece ad essere un elemento di grande interesse nella scena musicale. Il palco del Wave Gothic Treffen di Lipsia non diventa l’unico luogo dove poter vedere bands nel Neo Folk, c’è sicuramente un passaggio di consegne tra Folk Apocalittico, prime bands Neo Folk e tutta una serie di nuovi soggetti che si affacciano per la prima volta sulle scene. Tra i festival più importanti a cadenza annuale, alcuni dei quali attuali, ricordiamo il Fire and Sun Festival, Runes and Men, Schwarzer Herbst e Mithras Garden. In Italia alla fine del 2010 siamo in piena seconda ondata Neo Folk. Ad onor delle cronache vorrei ricordare alcuni gruppi tra i più significativi e certamente originali: Roma Amor (2008), The Green Man (2005), Kannonau (2006), Porta Vittoria (2013) Rose Rovine Amanti (2006) Les Jumeaux Discordants (2007),TSIDMZ (2007), Passione Nera (2008) Hautville (2010) e LaPietra Lunare (2015). In questo periodo in Italia emerge anche Il Villa Festival che rappresenta un ulteriore palco, in una cornice suggestiva, per molte bands Neo Folk. A dimostrazione ulteriore del dinamismo della scena Neo Folk in Italia credo doveroso anche menzionare l’instancabile attività de La Rose Noire di Arceto che già a partire dal 2003 organizza Dies Natalis e di seguito Argine, Ashram, Ataraxia, Camerata Mediolanense, Lupercalia, Spiritual Front (primo concerto!), Arcana, Sonne Hagall, Alio Die, Corde Oblique, Daemonia Nymphe (2004), Ostara (2005), TSIDMZ (2007), Sieben e Matt Howden con diversi progetti, fino al 2022 con Roma Amor per celebrare gli oltre 20 anni di attività.
I successivi revival del Death Rock e del Minimal Synth sicuramente contribuiranno a una perdita generale di interesse che andrà sempre più crescendo fino alla fine del 2020. Il Covid poi spazzerà via tutto, la musica dal vivo in primis. A conti fatti cosa rimane del Neo Folk? Difficile dirlo, un fuoco cova sempre sotto le ceneri. Per dovere di cronaca mi sembra giusto segnalare due progetti interessanti in fase di sviluppo e pubblicazione: Niemandsrose (2020) e Canto di Vesta (2022). Un’analisi a parte merita anche quel filone rappresentato da bands ormai mainstream come Wardruna e Heilung, un neo odinismo “purificato”, ripulito per il grande pubblico che sicuramente ha avuto i suoi precursori sia a livello ideologico che musicale in tanti lavori pubblicati già a partire dagli anni 90. Da Freya Aswynn dei Sixth Comm fino ai lavori di Andrea Nebel con gli Hagalaz Runedance. In fondo, come dico sempre, il successo, in questi casi, arriva sempre con un bravo manager. Interessante come bands dedite ad altri generi musicali completamente diversi omaggino i grandi classici del Neo Folk, parliamo ad esempio dei Ladytron con “Little Black Angel” o i nostrani Tourdeforce con ben due cd di cover di Coil, Current 93, Sol Invictus e Death in June. Chiudo questa seconda ed ultima disquisizione conscio dell’impossibilità di racchiudere in due pagine la vastità di questo fenomeno che per la maggior parte ha interessato solo l’Europa. Spero possa aprire la strada a un lavoro più analitico e corposo sia dal punto di vista musicale che culturale.
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