Records don’t burn: la noia della democrazia social.
2 Maggio 2021L’AMARA – Sangue, lacrime e pugnali
14 Maggio 2021
Riceviamo e pubblichiamo:
All’inizio c’era un bicchiere mezzo vuoto e una bottiglia di vino della casa poggiata sul tavolo in legno, pensieri un po’ confusi ma sempre nostalgici, gli occhi spenti ma vivi di una fiamma nuova, di chi attraversa la soglia e si versa un altro bicchiere di vino, di chi si sente coraggioso quando sa che ha ancora un’altra bottiglia da svuotare.
E poi il ricordo dei suoi occhi, delle sue lacrime.
Una fisarmonica e una chitarra sgraziata, una voce fatta roca dal vino e dalle sigarette, una voce che sa dire solo il vero e ora e sogna: di cuori spezzati, di amori mai andati, di vicoli bui e malfamati, di abbracci fraterni e addii e di musica quella si, sempre, compagna di vita.
E nella nebbia che entra nel locale vedo avvicinarti, vestita come ti ricordavo l’ultima volta, perché sapevi che mi piaceva quel vestito; forse mi sembri più stanca, più spezzata dalla vita ma sempre fiera.
Mi sembra di non aver mai capito nulla di te, eppure di conoscerti come nessun’altro.
Ti siedi al tavolo, ti do il bicchiere e ti verso il vino, così come si fa alle Signore. Mi chiedi come mi sento ma io sorrido e ti faccio un bel complimento, un sorriso amaro lo segue, il silenzio segue al sorriso.
Quanti anni sono passati ti chiedo, mentre una fisarmonica lontana inizia le prime note di Amanti Tristi degli Ain Soph. Non mi ricordo mi risponde, ma sono sempre stata qui, vicino a te, nel tuo cuore.
E cosa c’era di così bello che ci univa, gli chiesi improvviso. Lei mi sorrise accarezzandomi la mano indurita dal tempo e dalla lotta perenne contro la vita e mi rispose:
tu hai sempre saputo che tutti i sorrisi, i baci e le carezze sarebbero un girono diventate lacrime, per questo ora hai smesso di piangere.
Gli sorrisi, e decisi di iniziare a raccontargli per davvero tutta la storia, non della mia vita, ma de L’Amara. Quella sera sarei morto in questa Osteria.
L’amara nasce dalla mia volontà di esprimere le mie emozioni ed alcune emozioni in particolare intorno al 2018 credo, non ricordo bene la data come non ricordo più molte cose, sono vecchio ma non ho paura. Pensavo e penso tuttora che alcune atmosfere come la vita passata al bar o all’Osteria, gli amori perduti, i ricordi della giovinezza avessero sempre dovuto avere una colonna sonora specifica. Per me quella musica era fatta da una manciata di band e canzoni, che appartenevano alla categoria se così si può dire, del neo folk italiano. Alcune canzoni degli Ain Soph, Calle della Morte, Foresta di ferro, quelle con il testo in italiano, quelle che parlavano di noi. Decisi di iniziare a contattare gli amici del momento e gli amici di una vita, Giovanni Leonardi in quei giorni suonava molto con me, non avrei mai pensato che con il tempo un amico sarebbe diventato un nuovo fratello e mi avrebbe spezzato il cuore con la sua voce e le sue parole, vorrei abbracciarlo ora.
Chiesi in giro, volevo una sola persona al mio fianco, Vinz, l’amico di una vita, il boss della SPQR Label, la sola scelta per L’Amara, la persona che fondò i Calle della Morte di cui ho tutto, e che mi fanno piangere sempre e solo di lunedì. All’inizio fu diffidente, citavo spesso Novy Svet e alcuni album in particolare perché anche loro ci sono in questa Osteria. Contattai Marco Deplano amico d una vita per avere una sua cover cantata da lui tratta dall’album Foresta di Ferro e Novy Svet Bulli e Pupi (sono ossessionato da questo album e tu lo sai bene) e lui accettò immediatamente e la cosa sorprendete lo sai qual è? Cantò ancora quel brano dopo anni con colpi di tosse che togliemmo nel mix e mastering, e l’ho amato per quei colpi di tosse. Vinz si convinse che si, forse si, forse potevamo farcela e quindi giù a comporre. Non sono contento del mio primo brano con L’Amara, Traditrice. Lo sarei stato molto di più nel secondo album, ma sta di fatto che alla chiamata risposero tutti PRESENTE!. Chiesi a uno dei cantanti e autori che , Jonny Bergman, di interpretare un mio testo che poi lui riscrisse totalmente cantandolo su una chitarra ubriaca di Giovanni. Nacque così il primo brano: l’Amara vita. Avrei amato ancora di più Jonny dopo, o forse lo avrei odiato per quella canzona che è Il malcontento….te la ricordi?
Tutti al lavoro venne il primo album de L’Amara secondo me, non perfetto nelle atmosfere ma ottimo, ma quello che volevo era ancora ad un passo. Gente del calibro di Michele Candela con la sua fisarmonica che non ringrazierò mai abbastanza, Devis,, Iannacone….Alcune canzoni come la Puttana sono le preferite da me e mio figlio, ti dico l’avermi fatto dedicare il disco a mio figlio, in accordo con tutti è stata la cosa più bella. Sul disco si legge “A Giulio, che cresca forte su queste strade”
Questo brano è stato fondamentale per me, tanti ricordi privati che ti farebbero piangere, ma forse li consoci già vero…ma uno lo condivido con te, giorni fà cantavamo questa canzone e io gli ho detto: “Questo disco è importante per me boy” e lui mi ha risposto: “Questo disco è più importante per me papà”
I
l disco credo andò bene, fece breccia, era corto come la lama de un coltello che ho infilato sotto al tavolo, ma trasudava sangue e c’era già dentro parte di quanto avrei voluto dirti e di quanto ti avrei detto più avanti. Solo a te, che mi spezzi il cuore.
Spinti dal buon feedback decidemmo di fare un 7”, due brani, una cover de la mala Milanese con un ottima intepretazione di Giovanni, LA Povera Rosetta e un brano di Vido che poi sarà presente anche nell’album successivo, A ritroso, bellissima. La cosa più bella fu l’Artwok di Simone Poletti e le foto della ragazza con un grande cuore sacro sul petto. Ricordo quando la vidi la prima volta, ero a casa di amici in Austria, era estate, un’estate strana, ma questa è un’altra storia e la tengo per me.
Insieme al 7” arrivarono anche le prime t-shirt, Vinz membro della band e produttore ha fatto un grande lavoro, ha fatto il massimo per L’Amara, quindi beviamo questo bicchiere per lui. Non ridere stupida….qui non c’è niente da ridere.
Venne poi il momento della vendetta, della pandemia, della vita che cambia e va a puttane, con o senza di te, ma tu resti forte, o almeno lo pensi. E arriva poi il momento di Cronache dal Sottosuolo. La formazione cambia del tutto o in parte, alcuni fratelli partono, altri arrivano ma questo è il momento degli uomini, di dare il massimo. Si beve forte, troppo forte, per dimenticare un po’ quello che viviamo, gli amici che non vediamo, le ceneri…nasce il capolavoro. Di quest’album potrei dirti tanto…potrei raccontarti di quando lo ascoltavo nel giardino di casa mia, quando non si poteva uscire per nulla e sognavo notte e giorno. No, non sto piangendo, gli uomini non piangono quasi mai….
Io scrissi il Rione Vendetta, ispirato dalla mia città e dalla mia famiglia, da Roma e ringrazio Vinz per averne fatto una stupenda maglietta e Jonny per avermi onorato dei suoi cori. E qui menziono due tracce: L’Appeso scritta da Giovanni e Il Malcontento scritta da Jonny. Sono due brani che rimarranno nel tempo. Un giorno parlavo con Giovanni perché ero sicuro che il testo de l’Appeso nascondesse qualcosa, ricordo che mi rispose….Sono storie di vita vissuta solo questo. Torniamo a noi ora, no, non voglio giocare a carte ora. Voglio solo bere e affogare.
Forse ho parlato troppo cara, le dissi guardandola negli occhi, forse ti sto annoiando. Lei sorrise e prese una nuova bottiglia, mi carezzò la mano mentre mi versava il vino.
No, non hai parlato troppo, ma hai ancora questo bicchiere e poi usciamo insieme da qui.
Sorrisi, sapevo chi fosse sin dal primo momento e l’amavo come non ho mai amato nessuna. Le diedi un bacio fugace, e le dissi, non portarmi subito all’Inferno Nera Signora, voglio finire prima qualcosa su cui stiamo lavorando prima.